domenica 3 luglio 2016

Giorno 6. Tappa4, 40km

Oggi è in programma la tappa più lunga, si risale verso Nord. La ciclabile ci accompagnerà per tutto il percorso, per la maggiorparte del tempo stendendosi a linea retta poco all'interno della costa, passando a lato di vari paeselli.
Il primo impegno della giornata dopo ovviamente la colazione sono le pulizie di casa, dobbiamo lasciare tutto in ordine per riavere la cauzione indietro. Collaborano tutti, non ci mettiamo molto, il risultato è ottimo. Riconsegnamo le chiavi.
A Franci fa male l'orecchio, anche ieri lo diceva, Silvia prende in seria considerazione la cosa, da buona infermiera e mamma premurosa. Io minimizzo. Alla fine il fastidio accompagnerà per un po' di giorni Francesca per poi sparire.
Riusciamo a metterci in sella verso le 10.20... ci immettiamo sulla ciclabile, lo stesso pezzo fatto ieri, ma una volta arrivati alla deviazione per la strada che porta al passaggio interrotto proseguiamo. Dopo poco incontriamo un cartello che ci invita a un'altra deviazione... Il percorso ha come titolo "sulle tracce dei pellegrini di Santiago di compostela", e come segnavia usa la conchiglia gialla su sfondo blu. 
E' una sorta di scorciatoia che passa più vicina al mare, la prendiamo. La cilcabile è creata con una striscia continua che seziona la carreggiata delle auto. 

Sulla strada però non passa praticamente nessuno.
Arriviamo dopo poco al porto di Biganos. Più che un porto sono dei canali dove sono ormeggiate varie barchette con attorno caratteristiche casette di legno colorate a strisce. Pausa pipì poi si riparte, riprendendo i segnavia di Santiago. Forse ci distraiamo o non so come, ma ad un certo punto i segnavia non ci sono più e ci ritroviamo in paese. Capiamo di aver perso il percorso. Dopo qualche km troviamo una boulangerie: pausa strategica. Prendiamo due baguette, due dolcetti alla fragola, due espressi, ovviamente sedendoci al tavolino. 
Con la pancia piena si ragiona meglio, interroghiamo google che ci indica la strada per ritornare sulla cliclabile esterna, bene così. Qualche km ancora e...,come si fa a non fermarsi di nuovo in un negozio di frutta e verdura e formaggi dove ci concediamo qualche bontà e soprattutto dei deliziosi fichi e brie. 
Pedala  pedala ....fino a sentire che è ora di mangiare. Siamo nei pressi di Audenge, giriamo verso il mare dove ci fermiamo in un parchetto per mangiare e giocare. 
 Ad Audenge il mare arriva solo ogni tanto, solo in alta marea, altrimenti rimane ben lontano. Cosi hanno ingegnosamente pensato di costruire delle piscine per trattenere l'acqua anche quando viene la bassa marea. Varie piscine di varie altezze, con acqua di mare, ottima idea, anche se non ci si può certo aspettare acqua trasparente.
Il nostro pranzo è strettamente a base di verdure, quest'anno niente wurster e crauti, quest'anno si mangia genuino.
Ci pappiamo tutto con gusto: carote, rapanelli, etc.etc.. e un ottimo brie.

Il tempo intanto si annuvola, a tratti anche minaccioso, ma saranno solo vane minacce, quest'anno niente doccia mentre si pedala, e forse un poco ci dispiace! 
Dunque si riparte siamo pronti e la strada è ancora lunga.
La ciclabile riprende ora in linea assolutamente retta e decisa, continui rettilinei uno dietro l'altro interrotti di tanto in tanto dalle strade che la incrociano, La strada è piacevole, ha un percorso tutto suo, lontano dalle auto, spesso attraversando zone residenziali. Unica pecca si tiene sempre ad una certa distanza dal mare.
Per vedere il mare occorre, fermare e fare una deviazione: cosi facciamo, usciamo dalla ciclabile e ci infiliamo nel paesello di Ardenons les Bains. Quasi subito inizia una zona pedonale piuttosto affollata, le nostre bici con carrellino al seguito non sono certo le più agevoli da portare tra la folla, cosi le parcheggiamo alla buona e ci incamminiamo in direzione mare.
E' ora di merenda e le bimbe si fanno attrarre dai gelati all'italienne che una macchinetta dopo l'altra dichiarano di fare degli ottimi coni... Io e Luca optiamo per la granita. Ad Ardenons vediamo il mare... non era scontato, fossimo capitati in bassa marea lo avremmo visto ben lontano. Il paesello, tipicamente turistico è piacevole, concediamo a Luca un giro in giostra e poi ritorniamo alle bici.
Riprendiamo la strada, ormai inizia a farsi sentire la voglia di arrivare. Google ad un certo punto vorrebbe farci seguire una strada probabilmente molto più corta, ma su strada normale, noi invece rimaniamo fedeli alla ciclabile.
Ne vale la pena, dopo un tratto in cui la ciclabile segue la statale parte una deviazione completamente immersa nel bosco, veramente bella... dopo il bosco sbuchiamo in una radura, praticamente nel nulla.
Ole' con un po' di fatica, sempre immersi nel verde, si arriva a vedere nuovamente delle case, la prima è proprio il nostro alloggio Le Relais De La Praya: nel cortile della casa una barca in riparazione, e un cagnolino che ci ha accolto con tanta festa. Suoniamo alla porta e ad accoglierci ci sono i proprietari di casa: Dominique e Alain. Con loro ci siamo trovati davvero bene, sono persone capaci di un'accoglienza speciale. Alain parla inglese e un po' di spagnolo ed è più facile intendersi, con Ray ci si intende con il nostro povero francese condito da un po' di comunicazione non verbale. La stanza degli ospiti è all'interno della loro casa, al primo piano, tutto è in ordine e ben curato, molto bello il pavimento in legno. Per salire ci si toglie le scarpe e anche questo fa sentire a casa.
Per cena ci dicono che possono cucinare per noi. Accettiamo ed è una cena molto piacevole oltre che molto buona. Come aperitivo beviamo del Kir: vino bianco e sciroppo di ribes nero.
Dopo cena esco in giardino con Luca e Franci che non resistono al richiamo del cagnolino, è un cane da riporto, qualsiasi cosa gli lanci la trova e la riporta, soprattutto pigne e legnetti. A volte quando non vede dove finisce la pigna lanciata gli occorre un po' di tempo, ma non demorde ma e prima o poi trova e riporta.
Concludiamo la serata con un pezzo di partita, gioca l'Italia contro la Germania, ne vediamo sono un pezzo, poi cediamo alla stanchezza, salutiamo Alain e ci concediamo un meritato sonno ristoratore. 







    

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